Mininvasività per il cuore alla clinica San Gaudenzio

15 Dicembre 2015
Mininvasività per il cuore alla clinica San Gaudenzio

“Dotazioni tecnologiche di ultima generazione e un Team di specialisti affiatati. Solo unendo questi due aspetti si raggiunge un risultato d’eccellenza nel campo della cardiochirurgia mininvasiva”.

Esordisce così il Dott. Gian Luca Martinelli, cardiochirurgo della Clinica San Gaundenzio di Novara, nonché membro del “Valve Team”, una realtà nata di recente all’Interno del Dipartimento di Cardiochirurgia della Clinica novarese, diretto dal Dott. Marco Diena.

Negli ultimi anni la cardiochirurgia è andata incontro ad una grande trasformazione per raggiungere il concetto di mininvasività.
“Questa parola – spiega il Dott. Martinelli – esercita sempre un grande fascino sui pazienti perché significa essere in grado di compiere delicati interventi al cuore senza la necessità della circolazione extracorporea, riducendo il taglio chirurgico, fino ad evitarlo del tutto in alcuni casi, e un minor tempo di recupero funzionale dopo l’intervento. Attenzione però, perché il concetto di mininvasività non deve e non può essere associato all’idea di una minore efficacia del trattamento, tutt’altro.”
Il punto di forza del Dipartimento di Cardiochirurgia della Clinica San Gaudenzio, diventato uno dei Centri di riferimento nazionali, è proprio quello di avere a disposizione una vera e propria squadra di professionisti che lavorano a stretto contatto e discutono ogni singolo caso al fine di capire e mettere in atto l’approccio migliore per quel determinato tipo di paziente. “Ed è per questo – continua il Dott. Martinelli – che non mettiamo a rischio la riuscita di un intervento a favore della minivasività dello stesso, sappiamo bene per esempio che per alcuni tipi di lesioni alle coronarie sia più opportuno un classico bypass, piuttosto che un approccio mininvasivo come lo stent coronarico”.

Tornando dunque al concetto di mininvasività, entriamo ora nel dettaglio dell’operato del Team del Cuore della Clinica San Gaudenzio iniziando dalla plastica della valvola mitrale.
“Ebbene si – prosegue il Dott. Martinelli – nel 98% dei casi è possibile evitare la sostituzione della valvola mitrale semplicemente riparandola. Anche questo tipo di intervento viene effettuato tramite tecniche mininvasive ed in particolare con l’ausilio di un’ottica 3D, la stessa, per intenderci, che viene utilizzata al cinema. Abbiamo occhiali speciali che ci permettono una visione tridimensionale e questo rende l’approccio minivasivo esattamente sovrapponibile all’intervento tradizionale, con tutti i vantaggi però di una tecnica di minore impatto chirurgico sul paziente”. Ma veniamo ora al “Valve Team”, uno dei fiori all’occhiello della Clinica San Gaudenzio, insieme all’Aortic Unit di cui parleremo più avanti.

“La stenosi aortica – spiega il Dott. Martinelli – ovvero il restringimento della valvola aortica, è una patologia degenerativa tipica delle persone anziane, parliamo quindi di pazienti fragili, spesso a rischio perché colpiti da altre malattie dove quindi un metodo mininvasivo è determinante, anche per un recupero funzionale post operatorio più rapido. Qui alla San Gaudenzio abbiamo dato quindi vita al Valve Team (letteralmente squadra della valvola) dove figure altamente specializzate che vanno dal cardiologo, all’ecografista, al radiologo, al cardioanestesista, al cardiologo interventista fino ad arrivare, ovviamente, al cardiochirurgo, si riuniscono in quelle che chiamiamo riunioni collegiali al termine delle quali viene deciso il percorso terapeutico più preadatto per il paziente. Chi si affida alla Clinica San Gaudenzio ha la certezza di avere a disposizione le migliori dotazioni tecnologiche attualmente disponibili e la migliore opzione chirurgica in base alle proprie condizioni cliniche”.
A questo proposito il Team del cuore della Clinica San Gaudenzio si affida alla tecnologia “sutureless” ovvero all’impianto di valvole protesiche che non necessitano di sutura e possono essere inserite in approccio mininvasivo con un’incisione di 6/7 cm.
Ma veniamo ora alla TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implant) ovvero l’impianto di una nuova valvola, per via transcatetere, all’interno di quella malata. Questa procedura può essere effettuata senza apertura del torace, trasportando la nuova protesi attraverso l’arteria femorale (all’inguine) fino al cuore.

“La procedura TAVI rappresenta un esempio in medicina dove l’unione fa la forza – spiega il Dott. Martinelli – il cardiochirurgo lavora insieme al cardiologo interventista ed entrambi condividono le proprie esperienze specifiche. È una procedura che avviene a paziente sveglio e richiede, appunto, un approccio multidisciplinare, per ottimizzare i risultati, che consiste anche nel preciso studio dell’anatomia del paziente e nell’utilizzo di materiale di altissimo livello. Visti i risultati così incoraggianti dati da questa procedura, si tende ad estenderne l’indicazione non solo ai pazienti ad alto rischio, ma anche quelli a rischio intermedio”.

Ed eccoci quindi all’Aortic Unit della Clinica San Gaudenzio di Novara che ogni giorno tratta patologie dell’aorta addominale e toracica più o meno urgenti, dalla malattia aneurismatica dove l’aorta è a rischio di rottura, alla dissezione aortica che rappresenta un’assoluta emergenza in cui occorre agire tempestivamente per salvaguardare la vita del paziente.
“Anche in questo caso – continua il Dott. Martinelli – per essere rapidi ed efficaci nell’intervento occorre un approccio multidisciplinare.

Qui possiamo contare su apparecchiature di diagnostica per immagini di ultima generazione e sulla grande esperienza del Dott. Toufic Khouri (Responsabile del Dipartimento di Diagnostica per Immagini del Policlinico di Monza) nonché sul prezioso apporto ecocardiografico del Dott. Gheorghe Cerin e della sua scuola, che ci permette di agire nei vari distretti dell’aorta con una precisione millimetrica. Abbiamo fortemente voluto questa Aortic Unit perché di bravi professionisti ce ne sono tanti, ma spesso lavorano soli e quindi non sono sempre in grado di agire in ogni condizione. Il nostro Team invece coopera per mettere al centro dell’attenzione il solo benessere del paziente. Ogni membro dell’Aortic Unit fornisce il suo prezioso apporto, viene quotidianamente stimolato dal confronto con colleghi di specialità differenti accrescendo così la propria professionalità a tutto vantaggio del paziente”.
È importante ricordare che pur parlando e trattando patologie complesse con approcci mininvasivi, ciò non significa che venga meno la sicurezza del paziente, tutt’altro. Al di là dell’équipe di anestesiologia composta in primis dal Dott. Angelo Romani e dal Dott. Edmond Stelian, il trattamento non finisce in sala operatoria, ma continua in terapia intensiva dove il paziente viene assistito e continuamente monitorato specialmente nelle prime ore dopo l’intervento perché “mininvasività” non fa rima con “minore importanza”.


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