I percorsi di diagnosi

1) Paziente che riferisce palpitazioni e/o sensazione di battito mancante

Il cardiologo in base ai sintomi riferiti, all’elettrocardiogramma, ai valori pressori e alla situazione clinica del Paziente può ritenere opportuno intraprendere un iter diagnostico specifico che generalmente comprende un elettrocardiogramma (ecg) dinamico secondo Holter (ossia nell’arco di 24 ore) per la valutazione degli eventi artimici eventualmente presenti o in alternativa consegnare al Paziente un sistema domiciliare Cardiocheck per la registrazione del tracciato quando la sintomatologia sia presente. Il vantaggio di questo metodo è che il Paziente può utilizzare il dispositivo per circa dieci giorni con una probabilità maggiore di registrare l’evento che lo disturba. Ovviamente per una analisi precisa del numero e della distribuzione delle eventuali aritmie l’ecg dinamico Holter rimane indispensabile.

2) Paziente che riferisce sintomi durante uno sforzo e/o a riposo

La sintomatologia legata ad una possibile patologia coronarica è forse, in medicina, la più ingannevole e pericolosa. Il Paziente può accusare dolore, bruciore peso o costrizione, di intensità e localizzazione estremamente variabile da persona a persona.
Inoltre questi sintomi possono confondersi con quelli scatenati da altre patologie già in atto o presunte (gastrite, dolori su base artrosica etc). Dopo la prima valutazione clinica il Cardiologo chiederà al paziente di sottoporsi ad alcune indagini diagnostiche di primo livello tra cui sicuramente il test ergometrico, in alcuni casi preceduto da un ecocardiocolordoppler.

L’elettrocardiogramma di base ed una visita non possono generalmente essere conclusivi per dare al paziente una spiegazione ai suoi disturbi. Nel caso in cui il test ergometrico non sia conclusivo (scarsa tolleranza allo sforzo del paziente) o dubbio, oppure il paziente non possa sottoporsi a sforzi fisici (artrosi delle grosse articolazioni arti inferiori), verranno richiesti indagini di secondo livello.

Proprio in questo campo il Servizio di Diagnostica Cardiologica ha ormai una decennale esperienza ed utilizza le metodiche più avanzate e consolidate a livello europeo. In alternativa al test ergometrico quindi il paziente potrebbe essere sottoposto a un ecocardio con stress farmacologico oppure fisico. Nei Pazienti in cui non sia possibile “vedere” il cuore in maniera ottimale mediante la metodica ecocardiografica, è indicata la risonanza magnetica. Se, purtroppo, uno dei test darà esito positivo verrà proposto al paziente il ricovero presso l’Unità Operativa di Cardiologia per completare l’iter diagnostico e terapeutico.


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